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Aprire un bed and breakfast: consigli utili per aprire un B&B

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In questo articolo desideriamo fornirti alcune informazioni utili per aprire una struttura B&B. Sono molte le cose da sapere prima di avventurarsi in un’impresa simile e speriamo che questo articolo possa essere un aiuto prezioso per te.

Attività turistiche extralberghiere: un trend in ascesa

Secondo il rapporto “B&B Italia 2016” il numero dei B&B in Italia si mantiene sulle 25.000 unità. Da questo studio emerge che l’attività di B&B dà lavoro a circa 40.000 persone con una stima di oltre 8 milioni di pernottamenti venduti all’anno per un fatturato annuo di circa 270 milioni di euro. È evidentemente in ascesa il numero dei viaggiatori che scelgono strutture quali bed and breakfast, affittacamere e appartamenti turistici piuttosto che alberghi e hotel. Un dato interessante che emerge, evidenzia di come siano soprattutto gli italiani a dare la preferenza agli esercizi extralberghieri, mentre i turisti provenienti da altri paesi sembrano preferire gli hotel tradizionali, compresi quelli di lusso. Alla base di questo cambiamento del mercato c’è un mutamento delle esigenze e dei modi di viaggiare. Sono oltre il 78% i turisti in Italia che preferiscono organizzare la vacanza in totale autonomia, prenotando online e senza affidarsi ad agenzie o tour operator. La permanenza della clientela in attività quali bed and breakfast, affittacamere ed appartamenti turistici si concentra soprattutto nel weekend e ha una durata media di circa 2 giorni. La localizzazione più frequente è rappresentata dalle città di medie dimensioni. Seguono campagna, località balneari, piccoli borghi e i grandi centri urbani. La scelta di pernottamento in un’attività di tipo extralberghiero risponde ad alcune esigenze specifiche:
- il piacere di ritrovare una casa calda e accogliente come la propria;
- il desiderio di soggiornare in un ambiente suggestivo completamente immerso nell’atmosfera del luogo scelto come meta;
- il desiderio di spendere poco per concedersi magari altri tipi di attività.
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La questione normativa

Il Codice del Turismo (D.L. 79/2011) divide le attività ricettive in: strutture alberghiere; extralberghiere; all’aperto; strutture ricettive di mero supporto. In questo articolo noi ci concentriamo sulle strutture di ricettività extralberghiera come Bed and Breakfast (familiare e imprenditoriale), affittacamere, case-vacanze (appartamenti turistici). Il B&B prevede l’ospitalità ai fini turistici all’interno di una abitazione, di proprietà o in affitto. In alcune regioni i regolamenti specifici prevedono che possa essere utilizzata solo la dimora di effettiva residenza, ma in altre è possibile utilizzare unità immobiliari diverse purché sia rispettata la vicinanza di tali strutture all’abitazione del titolare. Secondo la maggior parte delle normative regionali, costituiscono attività di B&B quelle strutture ricettive gestite da privati che utilizzano parte della propria abitazione fino ad un massimo di 3-4 stanze per l’accoglienza turistica. La tipologia di B&B familiare può offrire il solo pernottamento e la prima colazione e può essere aperta, secondo la normativa, per un massimo di 270 giorni all’ anno. La maggior parte delle norme specifiche regionali tuttavia non fissa termini precisi, ma si limita a riconoscere la saltuarietà dell’attività se si può dimostrare che il servizio è interrotto almeno una volta all’anno. Il B&B imprenditoriale è sostanzialmente assimilabile all’affittacamere. Si tratta di strutture ricettive composte da un numero di camere ammobiliate superiore a quello consentito nel B&B familiare, fino a sei e inserite nello stesso stabile. Oltre al servizio di pernottamento tali strutture possono offrire anche servizi complementari come ad esempio pranzi e cene, noleggio di attrezzature sportive. L’attività inoltre deve essere svolta in maniera stabile e continuativa nel tempo. La formula della casa-vacanza, o appartamento turistico, consiste nell’utilizzare per la ricettività extralberghiera un immobile, di proprietà o in affitto, di medio piccole dimensioni. Si può trattare di un appartamento, di una villa o un casale. Non sono considerati case vacanze i residence di grandi dimensioni composti da più appartamenti, essendo tuttavia assimilabili sotto numerosissimi aspetti. Per Legge gli appartamenti non prevedono l’offerta dei servizi centralizzati; quindi il proprietario dell’immobile mette a disposizione dell’affittuario i soli servizi di pernottamento, fornitura della biancheria e pulizia. Sono sempre più evidenti i vantaggi offerti da queste formule turistiche che garantiscono indipendenza, privacy e tariffe più basse rispetto alla ricettività tradizionale. Si possono distinguere, riguardo alla durata della permanenza nelle case vacanze a fini turistici, tre tipologie di soggiorni:

Weekend: soggiorni che spesso caratterizzano gli appartamenti situati nelle città d’arte. Il turista di questo tipo è occasionale, di passaggio, perché sceglie di prenotare nelle vicinanze dei luoghi che intende visitare a prezzi contenuti. Per questa formula basterà fornire la casa di un solo cambio di biancheria per gli ospiti.
Vacanza stanziale: sono generalmente di durata variabile (da una settimana ad un mese) è la scelta caratteristica di quei clienti, soprattutto famiglie con bambini, che desiderano trascorrere le ferie in maniera stanziale. Le soluzioni immobiliari sono soprattutto appartamenti in luoghi di mare, montagna o campagna. Sarà necessario rifornire in questo caso gli ospiti di cambi sufficienti di biancheria da letto e da bagno.
Transitorio: sono soggiorni medio lunghi, da 1 a 18 mesi. I clienti tipici di questa formula, sono persone che si trasferiscono temporaneamente (per motivi di lavoro o studio). In tal caso il gestore dovrà mettersi preventivamente d’accordo con l’ospite per il cambio della biancheria. La pulizia della casa invece può essere delegata al cliente, ma sempre con il suo consenso.

I target di riferimento

Analizzando i dati sulla ripartizione delle varie tipologie di clientela nei diversi tipi di alloggio si può constatare come siano le coppie e le famiglie le categorie maggiormente interessate a soggiornare in B&B e simili.
Coppie: sono un segmento importante per tutte e tre le tipologie di attività, poiché le camere sono generalmente matrimoniali e studiate apposta per le esigenze di una coppia. Hanno un’età che solitamente oscilla tra i 25 e i 50 anni. Normalmente questo genere di clienti sono attenti a pulizia ed ordine dei locali, e apprezza molto l’indipendenza della struttura. La categoria delle “coppie” è una clientela generalmente fedele, che ama ritornare nei posti dove si è trovata bene.
Famiglie: una famiglia, soprattutto se numerosa, è molto interessata ad affittare anche per un lungo periodo, una casa con più stanze, per trascorrere le vacanze in comodità e autonomia senza avere il timore di disturbare eventuali vicini di camera. Secondi come gradimento ci sono i bed and breakfast, a condizione che vi siano nell’offerta menù per bambini o un servizio di baby sitter affinché i rispettivi genitori possano trascorrere qualche ora in libertà.
Gruppi e giovani: segmento composto da giovani tra i 18 e i 26 anni. Ideale per loro è l’appartamento, con flessibilità di orari, molte camere a disposizione e un servizio transfer da e per la stazione, dal momento che molte volte sono viaggiatore in treno. Generalmente il B&B è poco adatto a questa tipologia di viaggiatori per evidenti problemi legati al ridotto numero di camere a disposizione.
Trasfertisti: fascia di clientela meno attenta al prezzo dal momento che le trasferte sono, in molti casi, rimborsate dalle aziende. Il trasfertista è però esigente per quanto riguarda la qualità del servizio offerto. Fondamentale è una connessione Wi-Fi ed eventualmente una postazione computer completa di stampante. Un B&B/affittacamere può inoltre offrire al trasfertista la consumazione di pasti caldi e casalinghi.
Tour operator e agenzie: anche se il cliente finale è pur sempre il turista in questo caso il target di riferimento sono le strutture di incoming e di promozione turistica che consentono di raggiungere bacini di utenza potenzialmente molto ampi. È consigliabile prevedere diverse iniziative per cercare di conquistare e successivamente fidelizzare, questo segmento di mercato, producendo materiale promozionale da distribuire, apparire su cataloghi e pubblicazioni specifiche.

Studio della concorrenza e strategie di marketing

Alberghi: l'elevato numero e l’ampia diffusione sul territorio nazionale degli hotel, rendono la loro concorrenza particolarmente minacciosa. Quasi sempre però i prezzi di queste strutture sono più elevati rispetto al mondo B&B e quindi il buon rapporto qualità/prezzo può risultare vincente.
Agriturismi: sono una reale concorrenza soprattutto con i B&B e gli affittacamere, in quanto offrono soggiorno in ambiente familiare, offerta di pasti e prodotti genuini e location a contatto con la natura. Non rappresentano invece una concorrenza per quanto riguarda turismo culturale e business a causa del posizionamento in aperta campagna.
Residence: il più delle volte offrono il servizio di ristorazione o mettono a disposizione nelle stanze affittate una cucina in cui gli ospiti possono prepararsi autonomamente i pasti. Spesso però sono strutture impersonali e non rappresentano una concorrenza temibile per chi sceglie gli appartamenti turistici perché preferisce una sistemazione confortevole e accogliente.
Ostelli: questa soluzione è rivolta soprattutto ai gruppi di giovani che amano condividere gli spazi e quindi possono entrare in competizione con gli appartamenti turistici. Tuttavia gli ostelli di contro offrono servizi di bassa qualità ed è per questo motivo che le strutture B&B possono agevolmente contrastarli.
Villaggi turistici: frequentati da giovani e da coppie con bambini, con la formula all-inclusive, si rivolgono ad una differente tipologia di clientela rispetto ai clienti dei B&B (che preferiscono invece indipendenza ed autonomia a livello organizzativo).
Dopo aver individuato i concorrenti sul territorio è opportuno reperire il maggior numero di informazioni in merito a:
ampiezza dell’offerta;
politiche di prezzo;
promozione e fidelizzazione della clientela

È determinante conoscere le caratteristiche dei concorrenti, i loro punti di forza e di debolezza, al fine di differenziare e diversificare l’offerta. Alcune modalità per individuare e valutare la concorrenza potrebbero essere:
Verificare direttamente di persona;
Consultare i siti internet per conoscere i servizi che offrono, la tipologia, localizzazione e prezzi;
Raccogliere informazioni dai vari fornitori;
Rivolgersi, se possibile, ai clienti di altre strutture della zona individuate come potenziali concorrenti.

Le azioni di marketing di cui parliamo in questa sede sono la politica legata al prodotto e la politica di prezzo.
La politica di prodotto, già chiara fin dal nome, rimanda a qualità, efficienza e pulizia. Le stanze e i bagni dovranno essere arredate con un certo gusto e funzionalità, l’approvvigionamento della cucina degli appartamenti sempre completo con tutto quello che serve, non dovranno mai mancare efficienza organizzativa, cortesia, elasticità per soddisfare particolari richieste.
La politica del prezzo invece non potrà prescindere da una analisi propedeutica per capire se puntare su una clientela di massa e quindi su prezzi molto competitivi oppure al contrario privilegiare una clientela d’élite. Meglio mantenersi su tariffe medie, anche se tutto dipende dai servizi offerti, dal prestigio dell’abitazione e non da ultimo dal tasso di occupazione delle camere nei vari periodi dell’anno.

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Autorizzazioni e adempimenti burocratici

Posta elettronica certificata (Pec)

È un sistema di posta elettronica dotato di particolari sistemi di sicurezza e certificazione. L’e-mail inviata con questo sistema ha valore legale pari a quello di una raccomandata con ricevuta di ritorno. Per attivare la casella Pec è possibile rivolgersi ad uno degli internet provider che offrono questo servizio come ad esempio Aruba o Legalmail. Essi forniscono al mittente una ricevuta di accettazione del messaggio e una ricevuta di consegna per ogni casella Pec di destinazione. Queste certificazioni, firmate elettronicamente dai gestori, danno valore legale al messaggio garantendo integrità della trasmissione e autenticità della casella del mittente oltre a data e ora esatta di invio e consegna. Con il sistema di Comunicazione Unica è necessario avere un indirizzo Pec dove ricevere tutte le comunicazioni dei vari enti preposti, descritti qui di seguito.

Comunicazione Unica (ComUnica)

Consiste nella trasmissione di un’unica pratica che contiene le istanze di avvio dell’impresa finalizzate agli adempimenti verso vari enti. Grazie al coordinamento tra questi ultimi ComUnica permette, rispetto al passato in cui si richiedeva all’imprenditore di presentare comunicazioni separate, l’invio di di una sola comunicazione presso la Camera di Commercio che costituisce titolo per l’immediato avvio dell’attività, se esistono i presupposti di legge. L’imprenditore infatti può subito iniziare, non vigendo più il periodo dei 30 giorni. Entro 5 giorni il Registro delle Imprese verifica che vi siano tutti i presupposti.
La Comunicazione Unica si compone dei seguenti file:
Modello per il Registro delle Imprese;
Modello per l’INPS;
Modello per l’INAIL;
Eventuale SCIA per il SUAP.

Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA)

Dichiarazione che permette di iniziare subito l’attività con una autocertificazione riguardo al rispetto dei requisiti igienico-sanitari dei locali e alla conformità dei locali ai requisiti urbanistici. In questo modo il controllo a carico dei diversi enti (es. Asl) non consiste più in una verifica preventiva su attività non ancora avviate, ma diventa un controllo successivo su attività già in esercizio. In base al D.P.R. 160 del 2010 la Scia deve essere inoltrata esclusivamente in modalità telematica. Dalla data di invio della Scia l’attività può essere avviata. Il SUAP che riceve la SCIA effettua un controllo formale della pratica per individuare eventuali dati o allegati mancanti. Le Scia complete e compilate in maniera corretta vengono inoltrate dal Suap ai diversi enti competenti i quali devono accertare entro 60 giorni dal ricevimento la correttezza e completezza della documentazione. Decorsi i 60 giorni vale la regola del silenzio-assenso.

Iscrizione al Registro delle Imprese

Ogni impresa è soggetta a registrazione nel Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio territorialmente competente. Le notizie relative all’impresa verranno inserite nel Repertorio Economico e Amministrativo (REA) dell’impresa, l’archivio dati che raccoglie notizie di tipo amministrativo ed economico sulle imprese. All’atto dell’apertura di una nuova impresa o di una unità locale è obbligatorio pagare un diritto annuale di iscrizione al Registro delle Imprese. Gli importi variano in funzione della forma giuridica che si sceglie di dare all’attività.

Apertura Partita Iva

Il numero di Partita Iva assegnato al contribuente ha validità su tutto il territorio nazionale e rimane invariato per tutto il periodo in cui si svolge l’attività. La partita Iva deve essere registrata sulle ricevute, fatture e sulle denunce dei redditi. L’attribuzione è gratuita salvo i diritti di segreteria dell’Agenzia delle Entrate.

Inps (Istituto Nazionale Previdenza Sociale)

Sono soggetti all’assicurazione sociale obbligatoria oltre al titolare dell’attività anche tutti i lavoratori dipendenti. La domanda di iscrizione all’Inps è permanente e non necessita di rinnovi, deve essere inviata tramite la ComUnica. Una volta iscritti, i datori di lavoro e i dipendenti sono chiamati annualmente al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

Inail

L’Inail è un ente pubblico non territoriale proposto dalla legge alla gestione dell’assicurazione obbligatoria dei lavoratori contro i rischi di infortunio per cause di lavoro e contro i rischi di malattie professionali contratte nello svolgimento di determinate lavorazioni. La richiesta di apertura della posizione Inail avviene anch’essa tramite la ComUnica. Il premio annuale dovuto all’impresa per ogni lavoratore viene calcolato sulla base della retribuzione e dell’individuazione della classe di rischio della lavorazione. Il mancato pagamento costituisce reato ed è perseguibile penalmente. A carico del datore di lavoro sussiste anche l’obbligo di comunicare avvio, proroga, trasformazione e cessazione di ogni rapporto di lavoro.

Richiesta di classificazione delle strutture ricettive

Ai sensi della L 135/2001 “Legge quadro sul turismo” tutte le strutture ricettive sono soggette a classificazione. Le caratteristiche che vengono prese in considerazione possono essere per esempio la grandezza della struttura e la sua capacità ricettiva, il rapporto tra servizi igienici e numero degli ospiti, l’estensione degli spazi comuni, ecc. La richiesta di classificazione deve essere presentata alla Provincia competente. Sarà necessario di norma allegare planimetria dell’intero complesso ove siano visibili la ricettività massima che si intende conseguire e le caratteristiche distributive interne. In base alla documentazione presentata e ad eventuali sopralluoghi viene decisa una classificazione della struttura, che ha durata di cinque anni, a meno che non si verifichino nel frattempo cambiamenti nella qualità del servizio offerto che portino ad una nuova classificazione sia migliorativa che peggiorativa. Dalla richiesta i tempi sono di 40 giorni per l’extralberghiero e di 60 per l’alberghiero. Essendo i requisiti per la classificazione stabiliti dalla Provincia, consigliamo di verificare il regolamento vigente sul territorio dove andrà situata l’attività.

Comunicazione dei prezzi

Il giorno successivo a quello del rilascio dell’autorizzazione o contestualmente alla Dichiarazione di Inizio Attività, nel caso di strutture ricettive extralberghiere, l’imprenditore deve comunicare alla Provincia i prezzi massimi e minimi che intende applicare. Tale comunicazione deve essere fatta tramite appositi moduli stabiliti dalle singole Regioni. La comunicazione ha validità annuale. La tabella dei prezzi approvata deve essere obbligatoriamente affissa in modo ben visibile nei luoghi di ricevimento degli ospiti.

Igiene degli alimenti (Haccp)

È obbligatoria l’adozione di questi principi per tutte quelle attività del settore alimentare che si occupano di produzione, preparazione, confezionamento e somministrazione di alimenti. Si tratta in definitiva di un manuale di autocontrollo dell’igiene degli alimenti, con lo scopo di evidenziare i potenziali punti critici e prevedere precise procedure per monitorare la temperatura di conservazione, cottura, ecc. Il responsabile dell’impresa ha il dovere di individuare tutte le fasi che nella propria attività possono essere critiche, decidere che misure adottare, applicare procedure di controllo e sorveglianza. Se i soggetti di vigilanza riscontrano irregolarità nell’igiene degli alimenti o dell’ambiente, le pene previste possono andare da sanzioni amministrative fino alla chiusura dell’attività.

Autorizzazione dei Vigili del Fuoco

Solo per dovere di completezza segnaliamo che i B&B, affittacamere e appartamenti turistici in genere non rientrano nelle attività soggette. Sono infatti soggette al rispetto della normativa (D.M. 16/02/1982) le strutture con più di 25 posti letto.

Installazione insegne e cartelli stradali

L’impresa che intende installare insegna o cartelli segnaletici lungo la strada deve richiedere una specifica autorizzazione come stabilito dal Codice della Strada (285/92). La collocazione lungo le strade è soggetta ad autorizzazione da parte dell’ente proprietario della strada (Anas per la Statale, Regione, Provincia, Comune). Nei centri abitati è il Comune ad autorizzare, salvo nulla osta degli enti. Lo stesso Comune ha facoltà di decidere dimensioni, caratteristiche e ubicazione dei mezzi pubblicitari. Per richiedere l’autorizzazione all’interno di un centro abitato occorre presentare al Comune domanda in carta da bollo. La documentazione richiesta varia da Comune a Comune, ma si tratta generalmente di elaborati progettuali, relazioni, autodichiarazione sui requisiti strutturali dei manufatti e eventuale documentazione fotografica. I tempi di rilascio dell’autorizzazione si aggirano intorno ai 60 giorni.

Agibilità dei locali

Se nei locali scelti per l’avvio dell’attività non vengono realizzati importanti lavori di ristrutturazione, ampliamento o mutamento di destinazione d’uso rimane valido il certificato di agibilità che deve essere già in possesso dei proprietari dei locali. In caso contrario è necessario verificare con un tecnico se serve un nuovo certificato di agibilità. La richiesta deve essere inoltrata al Comune in cui è ubicato l’immobile entro 15 giorni dall’ultimazione dei lavori. Tale certificato essenzialmente attesta che sussistono le condizioni di igiene e salubrità dei locali, quali proporzioni minime di stanze e finestre, oltre che i requisiti di sicurezza statica dell’edificio e risparmio energetico degli impianti installati.

Tari

È la tassa sui rifiuti a carico di chi occupa l’immobile. Si paga su locali e aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani. L’importo al mq è stabilito da ogni comune in base alla superficie e al tipo di attività svolta.

Tasi

Nuova imposta sui servizi indivisibili offerti dai Comuni quali illuminazione pubblica, manutenzione delle strade, verde pubblico. Imposta a carico sia dei proprietari che dei conduttori che abbiano un contratto di affitto superiore ai 6 mesi. La Tasi si calcola partendo dalla rendita catastale rivalutata del 5% o moltiplicata per un coefficiente che varia in base al tipo di immobile.

Siae

Se si desidera diffondere “musica d’ambiente” all’interno della propria attività, che sia un negozio o un pubblico esercizio, oppure si vuole mettere a disposizione dei clienti un apparecchio televisivo è necessario pagare i diritti d’autore alla Società Italiana Autori ed Editori Siae. Le tariffe variano a seconda della categoria del locale, della capienza, della struttura che si intende utilizzare e, nel caso di musica dal vivo, del numero di consumatori rilevato in base alle dichiarazioni d’incasso.

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Business plan: l’analisi di un piano economico finanziario

I prospetti di sintesi necessari per valutare la fattibilità economica di un’attività extralberghiera sono essenzialmente due: il piano degli investimenti e il piano economico. Il piano degli investimenti è mirato a stimare l’ammontare degli investimenti necessari all’avvio dell’attività e l’ammontare annuo del loro ammortamento sulla base della durata prevista dell’investimento stesso. Il conto economico consente di prevedere il cosiddetto risultato d’esercizio e cioè l’utile o le perdite generabili dall’attività. Si definiscono investimenti tutti i beni e i servizi da acquisire per l’avvio e la gestione dell’attività. Le voci di investimento si trasformano e sono ammortizzate in quote annuali da imputare sotto forma di costi fissi.
Gli investimenti possono essere:
Immateriali come adempimenti burocratici, sito Internet e promozione d’avvio;
Materiali come arredi e complementi di arredo, opere di adeguamento dei locali, attrezzature da ufficio per la gestione dell’attività.
I costi che entrano in gioco invece possono essere:
Variabili sono i costi che dipendono dalle presenze all’interno della struttura e sono, a titolo di esempio, i prodotti per la pulizia, i servizi di lavanderia, le commissioni ai portali per i servizi di promozione;
Fissi Sono gli affitti dei locali, le utenze (acqua ed energia elettrice), le spese per la gestione del sito Internet, il costo di collaboratori occasionali e stagionali, il commercialista.
Per una nuova attività la previsione dei ricavi è un’operazione piuttosto complessa e richiede una particolare attenzione derivante dal fatto che non si può fare riferimento ai risultati ottenuti in passato. Le variabili fondamentali per capire quanto si potrà ricavare sono: le quantità vendibili (nel caso specifico il numero di servizi supplementari stimati su base mensile o annua, il numero dei posti letto) e il prezzo di vendita unitario.

Esiste una importantissima formula matematica per calcolare la tariffa minima possibile (TM) per la permanenza di una notte, applicata in ambito alberghiero:
(TM=CF/N+ CVU5) / 0,75

Dove CF sono i costi fissi come sopra descritti, N le notti di occupazioni a livello annuale (esempio 360 notti), CVU sono i costi variabili per unità, quindi la pulizia e il lavaggio della biancheria che sono prodotti solo quando la struttura è occupata.
La percentuale 0,75 rappresenta l’occupazione che ipotizziamo sempre su base annua.
Un aspetto fondamentale dopo aver trovato un valore minimo sotto il quale non è possibile scendere per non avere perdite, è confrontare i prezzi con quelli della concorrenza. È necessario poi considerare opportuni aggiustamenti in relazione ai servizi offerti (es. degustazioni, noleggio di attrezzature, pernottamento con colazione) e ai canali di vendita (sito Internet piuttosto che portali turistici online. Il confronto tra ricavi e costi consente di calcolare il reddito operativo annuo lordo al netto delle imposte e dei versamenti INPS e INAIL. Per conoscere il reddito d’impresa al netto delle imposte, dal reddito operativo va dedotto quanto dovuto all’Erario in termini di imposte. Sarà utile a questo proposito consultare un commercialista poiché l’imposizione fiscale varia in base alla forma giuridica che si decide di dare all’attività. Generalmente per le nuove imprese avere nel primo anno di attività dei flussi di cassa negativi anche quando la redditività è buona. Il valore derivato dalla differenza tra le entrate e le uscite determinano l’entità delle risorse che l’imprenditore dovrà apportare nell’impresa attraverso capitale proprio, eventuale ricorso a mutui o fidi bancari, ottenimento di fondi pubblici agevolati.

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